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2017: Un Anno in Libri




Il 2017 è stato un anno davvero bizzarro: da una parte ho avuto la fortuna di leggere libri straordinari, veri e propri capolavori, dall'altra libri che mi hanno irritata, delusa o lasciata del tutto indifferente. Tutto sommato non è stato il miglior anno di letture di tutti i tempi (dalla disperazione ne ho addirittura abbandonato qualcuno, ma di questi non vi parlerò ovviamente). 
Di seguito l'elenco di tutte le letture dell'anno appena trascorso, in ordine cronologico:

1) L'UOMO CHE RIDE di Victor Hugo


Alla base di questo romanzo c'è un'idea forte, quella della maschera beffarda attraverso cui l'uomo nasconde a se stesso la propria miseria, maschera simbolicamente rappresentata nella storia dal ghigno perpetuo del protagonista. Questa maschera però in realtà non cela nulla della disperazione umana, ridicolizzandola ed esponendola anzi ad un altro ghigno, più potente: quello senza pietà dell'indifferenza divina. Un capolavoro assoluto. 


2) CHIEDI PERDONO di Ann-Marie MacDonald  


Si tratta di una saga familiare piuttosto rocambolesca, molto coinvolgente e adatta un po' a tutti i tipi di lettori. E' un ottimo romanzo di intrattenimento, scritto bene e privo di cliché. L'autrice lavora molto sui personaggi femminili (attribuendo però all'unica figura maschile di spicco un ruolo chiave), e sulle dinamiche emotive e relazionali che tra di loro vengono a crearsi. Interessante anche la loro, non troppo scontata, evoluzione narrativa e psicologica.       


3) LAMB di Bonnie Nadzam 


Romanzo a mio avviso decisamente dimenticabile. Lo stile risulta un po' artificioso, in alcuni punti il linguaggio è retorico. Non è un cattivo libro, ma un po' pretenzioso nelle aspirazioni visti i risultati. Interessante il protagonista maschile, ambiguo in maniera inquietante.


4) L'ISOLA DI ARTURO di Elsa Morante 


La rivelazione letteraria dell'anno: un romanzo di formazione stupefacente e intenso che tutti, soprattutto i giovani, dovrebbero leggere. Lo stile rasenta la perfezione, perché molto musicale e ritmato, oltre che adeguatamente lirico. La Morante, poetessa prima che romanziera, modula meravigliosamente la lingua italiana, facendo di questo romanzo un'eccezione del panorama letterario del Novecento: assomiglia molto di più, infatti, a un classico dell'800 che a un romanzo del XX secolo. Arturo è un personaggio indimenticabile, tenero e passionale, Procida un'isola ridente e selvaggia di cui il lettore finirà per sentirsi parte.


5) TROPPI PARADISI di Walter Siti 


Questo romanzo mi ha creato seri problemi: ho impiegato più di un mese per terminarlo. Non c'è nulla che mi sia piaciuto, né lo stile, né la scelta dei personaggi, né la storia. Probabilmente non ne ho capito il senso, ma a parte rari passaggi, non ho trovato quell'equilibrio e quell'armonia tra contenuto e forma che generalmente ricerco nella lettura di un romanzo.


6) IL CANTO DELL'AMOR TRIONFANTE di Ivan Turgenev 


Una raccolta di racconti piacevole, ma nulla di notevole, soprattutto tenendo presente altre sue opere. Molto più degno di nota è sicuramente Padri e figli, romanzo dall'ampio respiro che affronta temi importanti ancora molto attuali, quali il nichilismo, la potenza delle illusioni e il rapporto padre/figlio. 


7) MAURICE di E. M. Forster 


Lettura molto godibile, che affronta il tema dell'omosessualità in maniera coraggiosa e trasparente. L'opera è stata pubblicata solo dopo la morte dell'autore, intorno agli anni '70, e questo spiegherebbe perché il romanzo non è un capolavoro come altri dell'autore: Forster non scrisse il romanzo per pubblicarlo. Nonostante la buona introspezione psicologica e il buon ritmo narrativo, il romanzo è perfettibile sotto molti aspetti. Leggendolo si ha la sensazione che l'opera manchi un po' di dialettica. 


8) I TURBAMENTI DEL GIOVANE TOERLESS di Robert Musil 


Musil è un autore complesso, e questo breve romanzo lo dimostra. Claustrofobico e cupo, questo libro mette alla prova il lettore, non tanto per lo stile, ma per il linguaggio difficile e non sempre immediatamente chiaro che riflette a pieno i turbamenti adolescenziali del titolo. La storia non crea necessariamente empatia, l'angoscia di Toerless non è facilmente condivisibile, soprattutto per le modalità narrative con cui essa viene messa in scena.


9) SOVVERTIMENTO DEI SENSI di Stefan Zweig 


In assoluto uno dei libri migliori dell'anno e della vita. Un piccolo grande elogio alla forza catartica della parola, alla passione per la conoscenza e la cultura e al talento dei geni passati. Lo stile di Zweig è pura magia: ricco e intenso, ma sempre limpido, chiaro, leggero. Una perla senza eguali.


10) GLI OCCHIALI D'ORO di Giorgio Bassani


La leggerezza di Zweig è accostabile all'eleganza stilistica e narrativa di Bassani, che senza troppi artifici ci restituisce un romanzo emotivamente molto importante. La delicatezza nella scelta delle parole e delle immagini fa di Bassani un grande - ma dalla critica troppo spesso sottovalutato - autore italiano. Come altri suoi romanzi, Gli occhiali d'oro vive di malinconia e illusioni perdute.   


11) CONFESSIONI DI UNA MASCHERA di Yukio Mishima

               

Il protagonista di questo romanzo sale sul palcoscenico della letteratura e si confessa al lettore, raccontando la triste messa in scena della sua vita, dall'infanzia alla giovinezza. Attraverso una sensibilità ed emotività fuori dal comune e una serie di riflessioni sull'esistenza, conosciamo il dramma di un desiderio perpetuamente mascherato che lascia chi legge pieno di domande. Un romanzo introspettivo e impegnativo, perché mai banale nelle sue conclusioni.


12) CAMERE SEPARATE di Pier Vittorio Tondelli



Camere separate è uno spiraglio doloroso ma luminoso - perché illuminante - sulla perdita, sull'amore, sul senso di colpa. In assenza dell'amato la parola dell'amante si scopre passionale, si fa desiderio. Un libro toccante sulla possibilità della redenzione attraverso la scrittura e la letteratura. Un must have per chiunque voglia fare letture importanti.


13) AGOSTINO di Alberto Moravia


Agostino, romanzo di formazione per eccellenza, è la storia di un tredicenne che inizia a fare le sue prime esperienze nel mondo grazie a un gruppetto di ragazzini conosciuti al mare. Moravia indaga in maniera sottile, e per questo tanto più efficace narrativamente, sulla complessità e l'ambiguità del rapporto filiale: toltole il velo rassicurante di madre, Agostino scopre nella mamma La Donna. Angoscia della scoperta ed entusiasmo dell'esperienza si confondono in un romanzo il cui valore è certamente indiscutibile, ma che a me non ha convinto.


14) PORCI CON LE ALI  di L. Ravera e M. Lombardo


Romanzo irriverente in forma di diario a due voci, questo libro è un vero spasso. Le esperienze sessuali e politiche di Rocco e Antonia si incontrano e scontrano, lasciando al lettore uno spaccato italiano degli anni '70 molto interessante. Il linguaggio sfacciato e sporco, molto spesso divertente, nasconde positività, voglia di cambiamento e la speranza tutta giovanile di lottare e rialzarsi.


15) LA MUSA di Jessie Burton


La musa è il tipico romanzo senza troppe pretese che però, senza strizzare l'occhio al lettore, si rivela essere originale e ben scritto. L'aspetto più interessante e degno di nota è l'attenzione dedicata alla questione della ricezione estetica: può l'artista, si domanda uno dei personaggi chiave della storia, continuare a produrre le proprie opere anche in assenza di un pubblico? E' l'arte necessariamente destinata ad essere fruita, o è definibile come tale solo ciò che si ferma alla fase della produzione fine a se stessa? Non si tratta affatto di questioni banali, e il fatto che un romanzo evidentemente di intrattenimento ponga il lettore di fronte a quesiti di questo tipo è molto positivo.


16) LE VITE IMPOSSIBILI DI GRETA WELLS di A.S. Greer


Dov'è finito il superlativo Greer de Le confessioni di Max Tivoli?


17) L'AMORE AI TEMPI DEL COLERA di Gabriel Garcìa Màrquez        


Romanzo scritto benissimo, ma abbastanza sopravvalutato a mio avviso. La narrazione è incalzante e coinvolgente per il primo quarto, per poi diventare confusa e inconcludente fino a fine lettura. Il senso di infinita attesa, tema cardine, non viene restituito al lettore, perché archi temporali lunghi anni e anni si riducono nella narrazione vera e propria a qualche decina di pagine. Avrei preferito, per una storia di questo tipo, un romanzo decisamente più lungo e meno nebbioso.


18) FERITO A MORTE di Raffaele La Capria


Non è un libro per tutti i tipi di lettori perché molto estraniante (soprattutto nelle prime pagine), e stilisticamente impegnativo. Le ferite mortali del titolo sono quelle di una giovinezza lontana, di un periodo dorato che ha fagocitato tutto. C'è qualcosa di importante che Massimo, il protagonista, ha perduto per sempre, qualcosa di impalpabile e prezioso che tormenta il lettore fino a farlo diventare dolorosamente parte dell'atmosfera malinconica e nostalgica del romanzo.


19) GLI INNAMORAMENTI di Javier Marìas


Questo è un romanzo che né emotivamente né stilisticamente punta a rapire il lettore, ma che da un punto di vista meramente "intellettuale" risulta particolarmente suggestivo. Marìas non gioca con la trama, bensì con la psicologia dei suoi personaggi, individui ambigui e difficilmente definibili, molto lontani dai caratteri. Le dinamiche che scaturiscono dalle loro azioni sono semplici, prevedibili a volte, più complesse sono invece le riflessioni a cui esse portano. Gli innamoramenti è un romanzo lento ma graffiante sulla morte e sul carattere estremo e pericoloso del desiderio amoroso.     


20) STRADE DI NOTTE di Gajto Gazdanov


Romanzo verso cui nutrivo aspettative piuttosto alte, ma che purtroppo sono state deluse. Non è affatto un cattivo libro, ma speravo che l'autore sfruttasse diversamente il tema della notte e della strada come dimensione sporca e difficile dell'esistenza umana. Il tassista protagonista del libro incontra troppi personaggi, fa troppe esperienze diverse: non ho trovato un file rouge tra le varie storie raccontate, come se il romanzo vivesse di tanti momenti diversi non collegati tra loro.


21) LA MORTE DEL PADRE di Karl Ove Knausgard


In assoluto uno dei romanzi migliori degli ultimi tempi. Karl Ove è un uomo dotato di un sentire e di un'emotività assolutamente fuori dal comune che racconta di sé e della sua quotidianità. Senza la profondità di una voce come la sua il racconto risulterebbe noioso e superfluo. Tutto, grazie al suo sguardo abissale, acquisisce una patina speciale e magica, che trasforma la vita in rappresentazione.     

22) IL LIBRO DEL RISO E DELL'OBLIO di Milan Kundera

 
Ho letto parecchio di Kundera e non credo che questo sia da ritenersi uno dei suoi migliori. Ritornano i temi a lui cari (l'identità, il volto, il tempo, il sesso), mancando però qui la potenza di altre sue opere. Molto interessante il paragrafo sul concetto di litost, termine ceco traducibile come "compiacimento vittimistico della propria miseria".


23) LA BREVE FAVOLOSA VITA DI OSCAR WAO di Junot Diaz


Altra cocente delusione del 2017. Romanzo godibilissimo sì, ma non un capolavoro del XXI secolo. E' una saga familiare un po' sui generis ambientata nella Repubblicana Domenicana ai tempi della dittatura di Trujillo. Molto interessanti le note a piè di pagina che servono al lettore come approfondimento sulla storia - da noi poco conosciuta e per nulla studiata - di quel periodo. Originale la scelta stilistica di usare un linguaggio contaminato dallo slang nerd e fantasy. Questo romanzo è giocato oltre che sulla questione storica della dittatura anche su un altro tema: l'ossessione della perdita della verginità.


24) L'EREDITA' DI ESZTER di Sandor Marai



Marai è lo scrittore dell'inconcludenza e della sospensione, della non definitività. Questo romanzo brevissimo dimostra come i personaggi e la storia siano solo uno strumento nelle sue mani per mettere in scena gli aspetti più ambigui e opachi della psicologia umana. Eszter è una donna che aspetta una vita intera l'uomo che ama solo per vederlo, ancora una volta, non solo mettersi in ridicolo, ma anche toglierle subdolamente l'unica cosa che le rimane. Nonostante mi piacciano, ritengo che nelle storie di Marai manchi sempre un po' di pathos.


25) UMILIATI E OFFESI di F. Dostoevskij



Dostoevskij è la garanzia assoluta di tutti i lettori amanti della letteratura russa (anche se nulla nella vita potrà mai superare o arrivare alle vette de I fratelli Karamazov). Romanzo scorrevolissimo, mette in scena un cattivo molto interessante, il narcisista, egotico e anche un po' nietzschiano principe Valkovskij. Peccato che a differenza di Raskolnikov, Vanja, protagonista del romanzo, non conosca  redenzione.     


26) MISTERI di Knut Hamsun


Ultimo grandioso romanzo dell'anno, Misteri è un gioiello per gli amanti di Nietzsche. Nulla è davvero importante in questo romanzo - né i personaggi, né la trama, né i twist del plot - se non i discorsi continui e apparentemente inconcludenti dell'eccentrico protagonista, Nagel. Nagel è il superuomo nietzschiano che si serve del linguaggio in maniera contraddittoria e non-convenzionale per superarsi ed elevarsi, in una interminabile evoluzione psicologica che implica la continua ri-distruzione e ri-creazione del Sé. Alla verità Nagel oppone la contraddizione, al linguaggio convenzionale l'uso di una lingua paradossale. Un romanzo per chiunque ami mettersi in discussione.


      

Commenti

  1. complimenti anche per il blog, e per l'impegno che ci metti

    ciao e buon pomeriggio

    Francesco

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