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STONER di John Williams: una recensione in pillole

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CONTROTEMPO di Enza Silvestrini: l’uomo e la sua vocazione al rogo

Il 13 aprile al Blu di Prussia di Napoli ho assistito alla presentazione della raccolta di poesie Controtempo  (Oèdipus, pp. 72, € 11) di Enza Silvestrini , scrittrice e poetessa napoletana. A presentare il libro, oltre alla Silvestrini, c'erano il critico e poeta Luigi Trucillo e la scrittrice e regista teatrale Wanda Marasco. È stato un pomeriggio davvero piacevole, non solo per il clima di serenità e cultura che si respirava, ma anche perché è stato decisivo per me come lettrice. Io non sono mai stata un'amante della  poesia : subisco in pieno il fascino del romanzo , il genere letterario popolare per eccellenza. Ciò che più mi attira della dimensione estetica del romanzo è la sua natura logica: ogni romanzo è riconducibile infatti ad un suo  lògos narrativo , per quanto sperimentale e poco tradizionale esso sia. Questo lògos  mi pone nella posizione e nelle condizioni di elaborare un'analisi chiara e precisa di ciò che sto leggendo. Per quanto sull'esperienza d

L’AMICA GENIALE non è un capolavoro, ma... [SPOILER]

Mi sono approcciata alla tetralogia di Elena Ferrante con qualche riserva, un po' perché ormai l'avevano letta tutti, un po' perché le narrazioni distribuite su più volumi non mi convincono, mi mettono ansia. I miei timori sono stati in parte confermati: ho letto i quattro romanzi in preda ad una strana agitazione, ad una curiosità snervante che mi ha portato allo sfinimento. Ho letto, nell'arco di una decina di giorni, circa 1600 pagine. È una novità per me, che sono da sempre una lettrice lenta, che odia divorare i libri: ho bisogno di tempo per metabolizzare emozioni e informazioni, per riflettere sulle parole, sull'andamento degli eventi, sui personaggi. Questa volta, però, è andata così, e l'esperienza di lettura è stata solo in parte alterata in negativo: ho apprezzato la tetralogia anche a questi ritmi folli. Da subito mi sento di dire questo: "L'amica geniale" non è un capolavoro, ma comprendo a pieno il successo che ha avuto. N

Io ho un’ossessione, e tu?

L'altro giorno camminavo per le strade di Roma e parlando con il mio interlocutore dicevo che in fondo è giusto che le nostre passioni ci perseguitino, che diventino un chiodo fisso, che si trasformino in  ossessioni . Non ha senso chiamarle tali, né coltivarle, né dire di averne, se un po' non ci tormentano.   Non ha senso amare qualcosa senza disperazione, senza la forza creatrice e distruttrice del delirio .  Amare un'idea - l'idea fondante della nostra passione - è pericoloso, ma costituisce anche una garanzia: solo se si crede veramente e ingenuamente in qualcosa ci si può sentire vivi ; solo se si affida la propria vita a un'idea (o a più idee che cambiano nel tempo), si trova un senso al proprio stare al mondo. Le idee per cui ci battiamo ci formano come individui desideranti e consapevoli ; ci donano la forza necessaria per muoverci nel mondo con coraggio e con audacia, anche se non ci sentiamo né coraggiosi né audaci, anche s

2017: Un Anno in Libri

Il 2017 è stato un anno davvero bizzarro: da una parte ho avuto la fortuna di leggere libri straordinari, veri e propri capolavori, dall'altra libri che mi hanno irritata, delusa o lasciata del tutto indifferente. Tutto sommato non è stato il miglior anno di letture di tutti i tempi (dalla disperazione ne ho addirittura abbandonato qualcuno, ma di questi non vi parlerò ovviamente).  Di seguito l'elenco di tutte le letture dell'anno appena trascorso, in ordine cronologico: 1) L'UOMO CHE RIDE di Victor Hugo Alla base di questo romanzo c'è un'idea forte, quella della maschera beffarda attraverso cui l'uomo nasconde a se stesso la propria miseria, maschera simbolicamente rappresentata nella storia dal ghigno perpetuo del protagonista. Questa maschera però in realtà non cela nulla della disperazione umana, ridicolizzandola ed esponendola anzi ad un altro ghigno, più potente: quello senza pietà dell'indifferenza divina. Un capolavoro assolut

Parlare di libri: BOOKTUBE

Da circa due anni, con non troppo successo, gestisco un canale youtube dedicato ai libri . Non sono una booktuber seria: sono incostante nel caricamento dei video, assolutamente incurante degli aspetti tecnici, per niente incline a rendere il prodotto finale invitante (basta dare uno sguardo alle fantozziane miniature dei miei video per capire), poco propensa, insomma, a piegarmi in un qualche modo alle regole "imprenditoriali" di youtube. Tuttavia, le capacità che io non riscontro in me stessa riesco ancora ad apprezzarle in altri booktuber - sia quelli che mi fanno simpatia sia quelli che non me ne fanno - senza che io mi faccia troppo vanto del mio affrancamento dalle dinamiche di questo mondo virtuale pieno di trappole e intrighi.  Eppure. Eppure, nonostante tutta la consapevolezza, in passato le poche visualizzazioni e la poca partecipazione - in generale il troppo tiepido riscontro - mi hanno infastidito. Mi chiedevo come mai la mia passione per

La grande occasione (mancata): FERITO A MORTE di Raffaele La Capria

Ferito a morte di La Capria è un romanzo difficile, un testo narrativamente complesso e stratificato che mette in discussione il lettore nella sua capacità di leggere tra le righe, nella sua attitudine a cogliere la forza semantica del Simbolo , rimando e allusione dal sapore mitico a una realtà meno profonda ma più conosciuta, più tangibile.  Eppure questo libro di La Capria, Premio Strega 1961 , racchiude una storia che per quanto articolata riesce ad appartenere proprio a tutti. Che piaccia o meno questo libro non lascia indifferenti, esercitando al contrario uno strano incantamento sul lettore che, affascinato, rimane vittima dell'impossibilità di coglierne il senso, di figurarsi l'intreccio narrativo per intero nella propria mente, di trarre un significato ultimo che gli permetta di tirare un respiro di sollievo, di dire la parola definitiva, quella che gli permetterà di riporre il libro sullo scaffale senza che questo lo perseguiti ancora (ma in fondo,